Team building significa letteralmente costruzione della squadra. È un termine inglese utilizzato per riassumere l’insieme delle attività organizzate da un’impresa allo scopo far interagire i propri dipendenti e di migliorarne la capacità di lavorare in squadra.
L’obiettivo ultimo è il miglioramento della produttività aziendale, che si realizza tramite l’ottimizzazione delle performance. Qualsiasi lavoro aziendale – che si parli di produzione o di uffici – richiede la capacità di collaborare con i propri colleghi. Le attività di team building non dovrebbero essere quindi snobbate o privilegio dei team manageriali, ma diffuse all’interno dell’intera organizzazione. Non è raro che il lavoro di squadra si trasformi in una fonte di frustrazione e stress. Lavorare sulla comunicazione interpersonale e sul problem solving diventa quindi essenziale per costruire un ambiente il più sereno e collaborativo possibile.
Ma esistono anche attività di Team Building che non hanno, almeno in apparenza, obiettivi funzionali. È ad esempio il caso dei weekend aziendali, delle gite fuori porta o dei barbecue. In questo caso lo scopo principale è aumentare la coesione tra i vari membri del team e il senso di appartenenza all’azienda. Una realtà che dimostri di valorizzare le proprie risorse anche attraverso l’organizzazione di attività extra-lavorative farà molta meno fatica a trattenerle.
Ed è proprio questa la nostra filosofia: un dipendente che sa di essere apprezzato e valorizzato non sentirà lo stimolo ad andarsene. Sulla base dell’attenzione che da sempre dedichiamo alle nostre risorse, negli ultimi anni abbiamo organizzato diverse attività di team building sia esperienziale che ludico. Ne parliamo con Giorgia Ghizzoni, Responsabile HR e Maurizio Beretti, Presidente del CdA del gruppo.
MM Operations e Team Building: la parola a Giorgia Ghizzoni, Responsabile HR
D: Come descriveresti l’importanza che MM Operations attribuisce da sempre alle proprie risorse umane?
R: Per MM Operations le persone rappresentano il cuore dell’organizzazione aziendale. Tutto ciò che chiediamo loro sono lealtà, trasparenza, dedizione e rispetto. In cambio ci impegniamo ad ascoltarli, a comprenderli e, se possiamo, ad aiutarli. Il loro benessere psico-fisico e la loro motivazione sono fondamentali per noi: per questo ci teniamo a garantire loro un ambiente di lavoro sereno, stimolante e fatto di collaborazione e sana competizione.
Il primo step è assolutamente infondere a cascata un modello di comunicazione funzionale a creare il clima aziendale positivo che per noi è fondamentale. Ciò permette di evitare conflittualità e rafforza la coesione del team. Tutto il mio staff è orientato alla sensibilità ed apertura verso i bisogni altrui. L’obiettivo è raggiungere relazioni interpersonali efficaci sapendo gestire anche le situazioni problematiche perché nello stesso contesto le interazioni tra le persone ne influenzano il medesimo. Il capitale umano presente in azienda è di fatto un capitale intellettuale su cui investire: rappresenta l’identità della realtà professionale a cui appartiene. Per questo diventa essenziale consolidare uno stile comunicativo e relazionale capace di trasmettere e restituire un’immagine positiva dell’azienda, sviluppando noi in primis intuito ed empatia, abilità di gestione delle tensioni emotive (dettate anche delle pressioni che possono essere generate da un’attività soggetta a picchi lavorativi come la logistica), ma soprattutto incrementare la comunicazione assertiva. L’azienda come gruppo umano forma un aggregato psicologico, una metapersonalità che si pone oltre quella delle singole persone che compongono l’azienda.
D: Che importanza ha oggi il Team Building in azienda?
R: Henry Mintzberg, uno degli esponenti più autorevoli del pensiero manageriale contemporaneo, fa rilevare come ci siamo spinti troppo oltre con l’individualismo economico e lo spirito competitivo: dobbiamo recuperare lo spirito di comunità e di cooperazione e con questo bilanciare la nostra tendenza culturale all’individualismo troppo estremo. Per questo, apprendere tecniche di lavoro che favoriscono la cooperazione tra le persone dell’azienda, è uno strumento essenziale per sviluppare questo spirito più comunitario e responsabile verso la collettività interna ed esterna all’azienda. Non c’è un trucco (a parte la gratificazione economica) per motivare i collaboratori, ma la paradossale unione tra umiltà e volontà professionale a cascata. Più precisamente, occorre capire e poi mettere in atto l’idea che la leadership più vera e potente è quella che vede il leader che sostiene gli altri.
Oggi il Team Building deve essere la regola organizzativa prioritaria per raggiungere risultati straordinari in termini di aumento della produzione e miglioramento del servizio al cliente. La formazione è un potente strumento che MM Operations mette in gioco per raggiungere questo obiettivo. Ma ci sono anche attività ludiche che aiutano in questo senso a generare positività e senso d’appartenenza al gruppo.
D: Quali attività di Team Building organizzate o avete organizzato in passato?
R: Da ormai tre anni organizziamo un barbecue di inizio estate per tutti i nostri dipendenti, provenienti da ben quattro regioni. Si tratta di una festa dedicata proprio a loro, che ne sono i principali protagonisti: uomini e donne in cui crediamo e che consideriamo possano fare la differenza in termini di qualità umana e professionale.
D: Qual è lo scopo principale di queste attività?
R: Le nostre attività di Team Building hanno in realtà un duplice scopo. Senza dubbio sono orientate all’incremento della produttività che deriva dalla collaborazione tra persone, ma servono soprattutto a far sì che i nostri dipendenti possano sentirsi fieri di far parte della nostra realtà. A MM Operations interessa trovare figure professionali e qualificate in grado di rappresentare un vero e proprio vantaggio competitivo per l’azienda e fidelizzarle. È nel nostro interesse trattenere queste risorse.
MM Operations e Team Building: la parola a Maurizio Beretti, Presidente del CdA
D: Quando MM Operations ha iniziato il suo percorso, eravate già orientanti a porre il fattore umano alla base della vostra vision?
R: Quando abbiamo progettato questa impresa avevamo certo un obbiettivo di profittabilità a lungo termine, ma soprattutto, presuntuosamente, volevamo eccellere, essere cioè virtuosi nel senso letterale del termine, non “buoni e bravi”, ma sviluppatori delle nostre potenzialità.
Eccellere per creare valore, produrre e non estrarre ricchezza, distribuire nell’ambiente in cui lavoriamo valori condivisi…tutto questo si può raggiungere solo attraverso la cultura delle relazioni, della squadra; per dirla alla Matthew Rabin “People like to help those who are helping them, and to hurt those who are hurting them”.
D: Nello specifico, cosa significa per MM Operations “cultura delle relazioni” e in che modo si sviluppa all’interno della vostra cultura aziendale?
R: La cultura delle relazioni parte dal sentirsi una squadra, ha a che fare con l’attenzione alle singole attitudini professionali ed ambizioni, con un’ambiente di lavoro il più possibile sereno, con lo studio e la formazione continua a partire da chi rappresenta l’azienda fino al più giovane di noi. È la possibilità di crescita, il reverse mentoring, la responsabilizzazione di ognuno di noi per l’attività che sta facendo e la valorizzazione della stessa, il senso di appartenenza ed anche qualche momento di festa e convivialità. Questi valori mettono al centro le relazioni e sono il fondamento stesso della nostra cultura aziendale che, con un costante lavoro quotidiano, abbiamo portato, portiamo e porteremo avanti in futuro; a maggior ragione oggi di fronte alle grandi difficoltà che tutti stiamo vivendo.
I servizi, la tecnologia, l’economicità, la competitività cioè il “prodotto” che si offre sono certo importanti, ma non sono altro che la conseguenza naturale di un approccio che vorrei definire civile all’impresa, perché se lo sviluppo della nostra economia e della nostra società non saranno civili, allora, purtroppo, non saranno.
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