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La riduzione dell’impatto ambientale nella logistica

La riduzione dell'impatto ambientale rappresenta il futuro del settore logistico.

La riduzione dell’impatto ambientale nella logistica

La riduzione dell’impatto ambientale rappresenta il futuro del settore logistico. La Green Logistics, che si può leggere come sinonimo di Logistica Sostenibile, è un processo dedito a minimizzare gli impatti sull’ambiente delle operazioni lungo tutta la supply chain. Queste comprendono a loro volta diversi sotto processi dall’approvvigionamento, gestione dell’inventario, stoccaggio e evasione degli ordini fino alla reverse logistics.
La Logistica gioca un ruolo importante nel miglioramento della sostenibilità per un’azienda. Il green supply chain management sussiste, dunque, nell’approfondire le soluzioni adottabili e le motivazioni alla base delle scelte aziendali.

 

Ormai da alcuni anni, il tema della sostenibilità permea ogni aspetto della vita quotidiana, sotto ogni punto di vista, sia sociale che ambientale, la sostenibilità è al centro della discussione mediatica mondiale e suscita interesse a livello economico e politico.

È di vitale importanza che le attività produttive mondiali raggiungano la sostenibilità nelle sue tre dimensioni (economica, ambientale e sociale) per far fronte alle tragiche esternalità che l’incessante consumo di risorse sta causando e che rischiano di alterare irreversibilmente le condizioni di vita sul pianeta.

In questa prospettiva, l’applicazione di pratiche sostenibili alla gestione delle supply chain si pone come un intervento significativo e necessario. La dimensione globale che questi network di approvvigionamento, produzione e distribuzione ha assunto negli ultimi decenni fa sì che per le aziende impegnarsi individualmente per essere sostenibili non sia più sufficiente. Queste non sono isolate, ma si collocano in una o più reti di imprese con cui entrano in contatto e in collaborazione: non basta riconoscere solamente gli impatti delle proprie azioni ma è necessario volgere lo sguardo alla supply chain nel suo complesso. L’obiettivo di ridurre gli impatti sull’ambiente riguarda non più solo l’azienda di riferimento, ma tutte quelle del sistema con cui l’azienda si colloca.

Dalla propria origine, l’uomo ha sfruttato le risorse offerte dalla natura per soddisfare le proprie necessità. L’ampliamento delle conoscenze in campo tecnologico e il conseguente sviluppo industriale hanno accelerato questo processo, che per anni ha avanzato senza misure di controllo e senza alcuna attenzione alle esternalità negative; queste ultime sono cresciute esponenzialmente e hanno messo in crisi quel sistema ciclico di generazione – consumo – rigenerazione delle risorse che sembrava funzionare senza problemi.

Tra le principali conseguenze del degrado ambientale possono essere annoverati la riduzione dell’ozonosfera e il contestuale aumento generale della temperatura, l’inquinamento  (che coinvolge acque, terreni e aria) la deforestazione e l’esaurimento delle risorse idriche, la perdita di biodiversità e l’estinzione di numerose specie animali. Le conseguenze di uno sfruttamento delle risorse fuori controllo hanno assunto un aspetto catastrofico tanto che il World Resource Institute ha dichiarato già nel 1994  che “il mondo non è oggi  proiettato verso un futuro sostenibile, ma piuttosto verso una molteplicità di disastri umani e ambientali”.

L’incombenza della catastrofe è stata un’efficace spinta alla ricerca e all’implementazione di approcci alternativi: l’innovazione non coinvolge solamente le mere attività produttive ma parte da monte, con un cambio di mindset e l’applicazione di nuove e consapevoli strategie di management.

In questo contesto, lo sviluppo di un corretto modello di supply chain diventa un fattore chiave per affrontare il problema della sostenibilità ambientale: il network, grazie alle proprie connessioni, può favorire e diffondere la vision sostenibile e l’adozione di pratiche green.

Dal tradizionale modello economico conosciuto come “brown economy” e basato su uno sfruttamento continuo e distruttivo delle risorse, si è volti alla “green economy” che ‘‘non solo riconosce i limiti del pianeta, ma li rimarca come confini all’interno dei quali deve muoversi il nuovo modello economico basato su un uso sostenibile delle risorse ed una riduzione drastica degli impatti ambientali e sociali, ai fini di un miglioramento generalizzato della qualità della vita”.

 

SOSTENIBILITÀ

Il concetto di sostenibilità apparve per la prima volta nel 1972 in un articolo del The Ecologist e fu ripreso lo stesso anno durante la prima conferenza ONU sull’ambiente. Negli anni il concetto si è evoluto, partendo da una visione focalizzata sugli aspetti ecologici e arrivando a un significato più ampio, che accogliesse al suo interno anche le dimensioni economica e sociale, trovandosi così legato ai tre “pilastri”:

  • Sostenibilità ambientale: capacità di mantenere la qualità, la riproducibilità e la disponibilità delle risorse naturali.
  • Sostenibilità economica: capacità di garantire efficienza economica e di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione.
  • Sostenibilità sociale: capacità di garantire la qualità della vita e le condizioni di benessere umano legate a sicurezza, salute, istruzione e giustizia, equamente distribuite per classi e genere.

Il concetto di sostenibilità si è evoluto a un significato ampio che accoglie le dimensioni economica e sociale, non solo ecologica.

L’incontro tra queste tre componenti coincide idealmente con lo sviluppo sostenibile, mentre le intersezioni intermedie dei pilastri di sostenibilità generano degli indicatori circa la fattibilità di certi tipi di azioni:

  • “realizzabile” è un’attività che è al tempo stesso sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico;
  • “equa” è un’attività sostenibile sia economicamente sia socialmente;
  • “vivibile” è un’attività che è contemporaneamente sostenibile sia dal punto di vista sociale che ambientale.

 

GREEN

Spesso usato come sinonimo di “sostenibile” è il termine “green”: in realtà i due termini non sono intercambiabili e presentano differenze significative.

La sostenibilità è un macro-concetto, la parola “green” invece fa riferimento alla sfera ambientale ed ecologica; ed è un microconcetto frequentemente utilizzato nel lessico comune, soprattutto in relazione ad oggetti di consumo. Le pratiche o i prodotti green sono per definizione ecologici e attenti all’ambiente.

Al contrario, la sostenibilità è legata a interi sistemi e il suo imperativo richiede un cambiamento culturale nella definizione dei bisogni umani e dell’utilizzo delle risorse; essa prevede un approccio più radicale e di tipo strategico, operando a partire da un impegno economico e sociale con lo scopo di creare un rapporto equilibrato e, appunto, sostenibile con l’ambiente.

 

CORPORATE SUISTAINABILITY Ò CORPORATE SOCIAL RESPONSABILITY

Trasponendo il concetto di sostenibilità all’ambito aziendale, si può definire corporate sustainability la “capacità di un’impresa di incontrare i bisogni dei suoi stakeholder diretti e indiretti senza compromettere questa abilità per i bisogni degli stakeholder futuri”.

La corporate sustainability può essere vista come un framework di gestione aziendale che riconosce l’importanza della redditività aziendale ma richiede contestualmente di perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile: protezione ambientale, giustizia ed equità, sviluppo economico.

Aspetto fondamentale della sostenibilità aziendale è la “responsabilità sociale d’impresa” ovvero il processo mediante il quale un’organizzazione esprime e sviluppa la sua “cultura aziendale” e coscienza sociale.

Oltre al pieno rispetto delle normative ambientali le imprese hanno responsabilità morali e sociali nei confronti degli stakeholder e impiegano volontariamente parte del proprio effort per tutelarli e per tutelare l’ambiente; la responsabilità sociale, pertanto, fa riferimento a tutte quelle situazioni in cui l’impresa va oltre la conformità alle norme e si impegna in “azioni che sembrano favorire un bene sociale, al di là degli interessi dell’impresa e di quanto richiesto dalla legge”.

La CSR sposta quindi il focus dell’impresa agli interessi dei molteplici stakeholder; in questa prospettiva, le dimensioni ambientali e sociali passano da una posizione di subalternità rispetto all’obiettivo del profitto, allo stesso livello di quest’ultimo, diventando obiettivi di per sé e contribuendo a definire modalità e vincoli per il conseguimento dei risultati più strettamente economici.

 

GREEN SUPPLY CHAIN MANAGEMENT

Il concetto di GSCM è stato introdotto nel 1996 dalla Michigan State University e da allora si è diffuso sotto diversi nomi, quali corporate social responsibility network, environmental SCM e Sustainable Supply Chain Management (SSCM).

Non esiste una definizione precisa e comunemente accettata del GSC e di quali pratiche ne facciano parte; in generale, il GSCM integra considerazioni di tipo ambientale nella gestione del flusso – diretto e inverso – della Supply Chain, ovvero tutte le attività che coprono il ciclo di vita di un prodotto, a partire da un ordine da cliente: design di prodotto, approvvigionamento, attività produttive, distribuzione, packaging, logistica, marketing, post-vendita e smaltimento.

Il GSCM si pone come un approccio collaborativo tra i membri della Supply Chain e gli stakeholders, con lo scopo ridurre al minimo gli sprechi e massimizzare il profitto, ottenendo vantaggi competitivi.

 

GREEN LOGISTICS

La logistica è un settore con ampi margini di miglioramento per quanto riguarda l’ottimizzazione e la riduzione delle emissioni. Il concetto di Green Logistics spinge le aziende a investire in nuove soluzioni eco-sostenibili per migliorare l’impatto ambientale delle operazioni logistiche e fidelizzare i clienti sempre più attenti alla sostenibilità.

Le quattro aree di intervento della Green Logistics. Le scelte sostenibili si concentrano su quattro aree principali:

  • Trasporto e distribuzione;
  • Magazzino e intra-logistica;
  • Supply Chain e organizzazione;
  • Imballaggi e unità di carico.

Per ognuna di queste aree, esistono soluzioni organizzative e tecnologiche che consentono di ridurre l’impatto ecologico delle diverse attività. Il settore logistico rappresenta il principale responsabile delle emissioni di gas serra e dei consumi di energia nel mondo e il maggior contributo all’impronta ambientale di una supply chain: più del 75% della carbon footprint di un’impresa è legata alle attività di trasporto e logistica, dove è in particolare il trasporto su strada quello che genera le esternalità negative che maggiormente interessano perché riscontrate quotidianamente: inquinamento atmosferico, inquinamento acustico, congestione stradale, incidenti, sfruttamento e depauperamento del suolo per strade ed infrastrutture.

 

Green warehouse
Quando si parla di Green Logistics nella maggior parte delle volte si insiste sulle tematiche dei trasporti trascurando invece l’impatto ambientale anche nelle fasi di magazzinaggio delle merci. I principali driver sui quali misurare la sensibilità ambientale in un centro logistico si riferiscono principalmente all’occupazione del suolo, all’energia diretta utilizzata, alle emissioni prodotte e al consumo idrico.

Le leve da utilizzare sono principalmente tre:

  1. Sostenibilità nella progettazione degli edifici
  2. Sfruttamento dell’energia verde
  3. Riduzione dell’impatto ambientale

La progettazione green di un magazzino è sicuramente l’azione più efficace delle tre presentate. Partendo dal prato verde, attraverso l’attenta progettazione del magazzino è possibile ridurre drasticamente la richiesta da fonti energetiche esterne e massimizzare la produzione interna di energia.

I principali accorgimenti possono essere:

  • utilizzare materiali di costruzione riciclati e di provenienza locale
  • utilizzare asfalto ecologico per i piazzali (la gettata viene fatta ad una temperatura minore con conseguente risparmio energetico)
  • costruire il magazzino con muri perfettamente isolanti dal punto di vista termico
  • avere un sistema di riciclo dell’acqua piovana
  • installare caldaie a condensazione per la produzione di acqua calda da riscaldamento
  • utilizzare sistemi di illuminazione efficienti (ossia con il giusto posizionamento, orientamento e dimensione)
  • installare sonde di luminosità per il controllo delle lampade
  • avere il riscaldamento a pavimento
  • installare pannelli fotovoltaici
  • dotarsi di apparecchi per sfruttare l’energia termica solare
  • installare pannelli solari termici per la produzione di acqua calda per uso sanitario
  • avere muri esposti a sud in grado di incorporare il più possibile calore
  • utilizzare per il riscaldamento un impianto energetico a biomassa
  • avere pareti ventilate con “effetto camino” per la protezione dagli agenti atmosferici
  • avere lucernai che permettono di illuminare il magazzino di luce naturale
  • dotarsi di piastre cinetiche alla zona d’ingresso dei camion per recuperare l’energia dei veicoli.

La Logica legata all’energia verde prevede di ridurre il più possibile l’utilizzo di fonti energetiche ad alto contenuto di carbonio attraverso lo sfruttamento d’energia creata da fonti rinnovabili localizzate vicino al magazzino.

Le principali forme di energia rinnovabile possono essere ricavate mediante:

  • l’utilizzo di biomasse
  • il recupero dell’energia di scarto
  • il recupero dell’energia cinetica
  • la produzione di energia eolica
  • la produzione di energia solare
  • scambiatori termici ad aria, terra e acqua.

L’energia rinnovabile generata localmente costituisce solamente una soluzione parziale poiché la produzione di energia difficilmente segue la richiesta del magazzino (da studi recenti, mediamente si esporta circa il 45% dell’energia prodotta e solo il 40% della domanda viene soddisfatta da questa).

Oltre ad un’attenta progettazione del magazzino e il miglior sfruttamento possibile delle risorse rinnovabili è possibile attuare tutta una serie di accorgimenti che permettono ulteriori margini di miglioramento di sostenibilità. Una componente che colpisce notevolmente l’impatto ambientale è sicuramente il controllo della temperatura di magazzino. Questa viene tenuta sotto osservazione sia per garantire le condizioni ideali di lavoro agli operatori sia per la conservazione di certi prodotti. Una volta raggiunto il range di temperatura desiderato, il suo mantenimento dipende dal numero di ricambi d’aria effettuati. Un cospicuo numero di questi porta ad elevati consumi energetici. Accorgimenti come quello di utilizzare portoni a scorrimento rapido, utilizzare portoni a strisce di plastica, aprire le porte/portoni solo per lo stretto necessario all’attività e separare le aree IN/OUT con il resto del magazzino possono portare a risparmi significativi.

L’illuminazione è sicuramente una componente importante sui consumi che un magazzino deve sostenere. Utilizzando alcuni piccoli accorgimenti come la pulizia programmata delle luci/soffitti, il ricambio delle luci basato sull’utilizzo medio (e non sul mancato funzionamento) e l’utilizzo del tipo adeguato di lampade porta ad un risparmio considerevole di energia elettrica.

Anche sui carrelli di movimentazione interna è possibile ridurre la domanda di energia elettrica. Infatti è possibile ricaricare il carrello durante il funzionamento sfruttando l’energia di ritorno prodotta durante le frenate e l’abbassamento dei montanti/forche.

In MM Operations, inoltre, crediamo fortemente nella formazione del personale anche in questo ambito. Effettuando opera di sensibilizzazione sarà più efficace anche il monitoraggio e conseguente miglioramento continuo. Inoltre, anche in questo caso, siamo fautori dell’utilizzo dei dati raccolti per identificare opportunità e apportare modifiche continue per aumentare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale.

Best practices e l’educazione all’interiorizzazione delle stesse da parte di tutti per la creazione di un magazzino verde richiede un impegno a lungo termine, tuttavia, i benefici in risparmio energetico e sostenibilità possono essere significativi, contribuendo a preservare l’ambiente e a migliorare la brand reputation: sempre più aziende sono attente ad instaurare partnership con outsourcer virtuosi in una prospettiva di GSCM.

 

Sostenibilità dei processi intra-logistici
Le soluzioni per migliorare ed ottimizzare i processi all’interno dei magazzini, come la movimentazione dei materiali, il consumo energetico dei sistemi impiegati e la struttura del centro di distribuzione, rivestono un ruolo fondamentale nella logistica moderna. Le principali aree d’intervento sono:

  • Illuminazione interna ed esterna: tra le soluzioni per aumentare l’efficienza energetica, si possono adottare tecnologie che sfruttano la luce naturale, impianti LED per ridurre consumi elettrici, emissioni e costi di manutenzione.
  • Climatizzazione: sistemi per ridurre i consumi energetici legati al riscaldamento o alla refrigerazione dei magazzini, generazione di energia pulita e soluzioni per l’isolamento termico del centro di distribuzione.
  • Sistemi di movimentazione e automazione: robotica e automazione utilizzano meno energia, ottimizzano le operazioni di magazzino e migliorano i processi, incrementando la capacità produttiva.

 

Imballaggi sostenibili
L’attenzione si focalizza sulle soluzioni legate ai processi e ai materiali impiegati nella realizzazione degli imballaggi dei prodotti.

Il packaging, infatti, non solo rappresenta un biglietto da visita e un canale di comunicazione fondamentale per l’impresa, ma è anche cruciale per semplificare e facilitare la gestione e l’organizzazione delle merci all’interno del magazzino.

Non sottovalutiamo anche altri aspetti come la riduzione, riutilizzo e riciclo dei packaging che sono stati posti dall’Unione Europea quali obiettivi entro il 2040.

 

Reverse Logistics
Nell’ambito della Reverse Logistics, la Closed Loop Supply Chain è una catena di distribuzione che garantisce raccolta e ritorno del prodotto al fine di reintrodurlo sul mercato. Le catene di distribuzione si trovano a dover gestire sia il flusso del “vecchio” che necessita di essere rigenerato prima di essere reinserito sul mercato.

CLSC ha l’obiettivo di lavorare sul tema dell’Economia Circolare, che insieme alla sostenibilità ambientale sono attuali per le imprese, a causa della scarsità delle risorse, all’aumento del prezzo delle materie prime e delle nuove norme che rendono responsabile il produttore del proprio item fino a fine vita. L’Europa ha messo al centro il tema dell’economia circolare. A settembre 2015 l’assemblea dell’ONU ha sottoscritto l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: la direzione è tracciata. Si sta profilando un nuovo paradigma in cui la logistica costituisce la backbone lungo il quale si sviluppa un’economia senza un vero e proprio “punto di consegna ultimo”. Si tratta di un modello in cui le risorse vengono utilizzate il più a lungo possibile, estrapolandone il massimo valore finché sono in uso. Successivamente, alla fine ciclo, i prodotti e materiali vengono recuperati e rigenerati, per mantenerli nel ciclo economico il più lungo possibile minimizzando gli scarti.

La reverse logistics ricopre un ruolo fondamentale perché consente la riduzione notevole di sprechi, di poter riutilizzare i prodotti e quindi di avere un impatto ambientale limitato, nonché di cercare di recuperare almeno parte il valore tramite la riparazione del prodotto danneggiato o la rivendita del prodotto restituito dal consumatore finale.

 

Supply Chain, strategie organizzative sostenibili
La GSCM richiede un’attenta valutazione e selezione di soluzioni organizzative e procedurali che coinvolgano l’intera filiera logistica.

Le principali strategie sono basate sulla collaborazione tutti gli attori della filiera affinché sia possibile garantire visibilità, trasparenza e accesso a dati in tempo reale permette di prevenire errori, programmare la catena di fornitura, migliorando l’efficienza lungo tutta la supply chain ma anche l’efficacia delle pratiche green.

Le recenti sfide che hanno colpito le catene di approvvigionamento globali hanno spinto verso una logistica più sostenibile e responsabile. Ora si assiste a un passaggio verso filiere più brevi, locali, sicure e rispettose dell’ambiente e delle comunità in cui operano.

Le aziende che instaurano relazioni durature e solide e adottano un approccio trasparente sulle questioni ambientali possono migliorare la propria immagine, reputazione e comunicazione.

 

CONCLUSIONE

In quest’ottica complessiva MM Operations ha deciso di redige spontaneamente ed in anticipo rispetto alle disposizioni di legge il Bilancio Di Sostenibilità, un report indice di trasparenza e responsabilità che analizza i risultati economici, sociali e ambientali dell’azienda, un metodo per interrogarsi sui propri processi interni ed esterni che migliora la Reputazione Aziendale e la posizione sul mercato.

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